Massi cadenti
2012-04-10 06:09:57 UTC
... continua a seguire la "morale" dell'età vittoriana in cui si
coprivano le gambe dei tavolini perché erano scabrose. L'articolo è di
giovedì scorso ma solo ora m'è capitato sotto gli occhi:
UK, filtri per prevenire il porno
Emerge un disegno di legge che obbligherebbe tutti i provider a
bloccare gli accessi ai siti pornografici. Gli utenti potranno
successivamente chiedere l'annullamento. Proteste da parte dei
fornitori di connettività
Roma - È la nuova crociata del governo di Londra contro la
proliferazione online di materiale pornografico. Immagini, video,
semplici siti che fanno del pruriginoso la propria fonte di business.
La proposta di legge nota come Online Safety Bill
<http://www.publications.parliament.uk/pa/bills/lbill/2010-2012/0137/lbill_2010-20120137_en_1.htm>
potrebbe ora implementare un gigantesco meccanismo di filtraggio dei
più svariati contenuti a luci rosse.
In sostanza, i vari provider d'Albione verrebbero obbligati a bloccare
di default tutti gli accessi degli abbonati alle piattaforme per la
distribuzione di immagini e video pornografici. Agli utenti verrebbe
però offerto un meccanismo di opt-in a posteriori: contattando il
singolo provider per ricevere l'annullamento del blocco e così
navigare nelle oscenità del Web.
Il disegno di legge
<http://www.out-law.com/en/articles/2012/april/automatic-porn-censorship-legislation-proposed/?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+out-law-NewsRoundUP+%28OUT-LAW+News-RoundUP%29>
prevede inoltre l'applicazione dei filtri a tutti gli operatori, sia
fissi che mobile. Questi stessi provider dovrebbero poi assicurarsi
che tutti i dispositivi elettronici - ovvero qualsiasi apparecchio
capace di connettersi e scaricare contenuti - vengano coinvolti nel
meccanismo antiporno.
I dettagli dell'Online Safety Bill non sono finiti qui. Anche in caso
di sblocco degli accessi ai siti, i provider dovrebbero verificare che
le piattaforme a luci rosse abbiano implementato un meccanismo
automatico per la verifica dell'età anagrafica degli utenti. Senza di
esso, gli utenti vogliosi di porno rimarrebbero comunque a bocca
asciutta.
Evidenti dubbi
<http://www.thinkbroadband.com/news/5146-private-members-bill-seeks-to-introduce-porn-filters-to-all-internet-services.html>
da parte dei vertici della Internet Service Providers Association
(ISPA). I vari fornitori di connettività metterebbero già a
disposizione appositi strumenti di parental control per evitare
l'accesso al materiale pornografico. Il filtraggio di default andrebbe
perciò ad innestare nelle menti una falsa sensazione di sicurezza.
Dovrebbero dunque essere i genitori d'Albione a preoccuparsi per i
contenuti visualizzati dai propri figli? E soprattutto - concetto
ribadito da ISPA - come si fa a decidere che cosa è pornografia? I
provider sono però preoccupati anche per un'altra questione, di natura
operativo-tecnica.
Il filtraggio a priori sarebbe infatti decisamente oneroso per i
singoli fornitori di connettività, oltre che pericoloso per il flusso
del traffico dati. Si ricorda infatti il caso australiano
<http://punto-informatico.it/cerca.aspx?s=australia+filtri&t=4>, con
EuroISPA a sottolineare come i filtri antiporno fossero nocivi per la
velocità della rete oltre che non efficaci a causa dei servizi proxy
per l'aggiramento dei blocchi.
Mauro Vecchio su Punto Informatico
http://punto-informatico.it/3495300/PI/News/uk-filtri-prevenire-porno.aspx
coprivano le gambe dei tavolini perché erano scabrose. L'articolo è di
giovedì scorso ma solo ora m'è capitato sotto gli occhi:
UK, filtri per prevenire il porno
Emerge un disegno di legge che obbligherebbe tutti i provider a
bloccare gli accessi ai siti pornografici. Gli utenti potranno
successivamente chiedere l'annullamento. Proteste da parte dei
fornitori di connettività
Roma - È la nuova crociata del governo di Londra contro la
proliferazione online di materiale pornografico. Immagini, video,
semplici siti che fanno del pruriginoso la propria fonte di business.
La proposta di legge nota come Online Safety Bill
<http://www.publications.parliament.uk/pa/bills/lbill/2010-2012/0137/lbill_2010-20120137_en_1.htm>
potrebbe ora implementare un gigantesco meccanismo di filtraggio dei
più svariati contenuti a luci rosse.
In sostanza, i vari provider d'Albione verrebbero obbligati a bloccare
di default tutti gli accessi degli abbonati alle piattaforme per la
distribuzione di immagini e video pornografici. Agli utenti verrebbe
però offerto un meccanismo di opt-in a posteriori: contattando il
singolo provider per ricevere l'annullamento del blocco e così
navigare nelle oscenità del Web.
Il disegno di legge
<http://www.out-law.com/en/articles/2012/april/automatic-porn-censorship-legislation-proposed/?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+out-law-NewsRoundUP+%28OUT-LAW+News-RoundUP%29>
prevede inoltre l'applicazione dei filtri a tutti gli operatori, sia
fissi che mobile. Questi stessi provider dovrebbero poi assicurarsi
che tutti i dispositivi elettronici - ovvero qualsiasi apparecchio
capace di connettersi e scaricare contenuti - vengano coinvolti nel
meccanismo antiporno.
I dettagli dell'Online Safety Bill non sono finiti qui. Anche in caso
di sblocco degli accessi ai siti, i provider dovrebbero verificare che
le piattaforme a luci rosse abbiano implementato un meccanismo
automatico per la verifica dell'età anagrafica degli utenti. Senza di
esso, gli utenti vogliosi di porno rimarrebbero comunque a bocca
asciutta.
Evidenti dubbi
<http://www.thinkbroadband.com/news/5146-private-members-bill-seeks-to-introduce-porn-filters-to-all-internet-services.html>
da parte dei vertici della Internet Service Providers Association
(ISPA). I vari fornitori di connettività metterebbero già a
disposizione appositi strumenti di parental control per evitare
l'accesso al materiale pornografico. Il filtraggio di default andrebbe
perciò ad innestare nelle menti una falsa sensazione di sicurezza.
Dovrebbero dunque essere i genitori d'Albione a preoccuparsi per i
contenuti visualizzati dai propri figli? E soprattutto - concetto
ribadito da ISPA - come si fa a decidere che cosa è pornografia? I
provider sono però preoccupati anche per un'altra questione, di natura
operativo-tecnica.
Il filtraggio a priori sarebbe infatti decisamente oneroso per i
singoli fornitori di connettività, oltre che pericoloso per il flusso
del traffico dati. Si ricorda infatti il caso australiano
<http://punto-informatico.it/cerca.aspx?s=australia+filtri&t=4>, con
EuroISPA a sottolineare come i filtri antiporno fossero nocivi per la
velocità della rete oltre che non efficaci a causa dei servizi proxy
per l'aggiramento dei blocchi.
Mauro Vecchio su Punto Informatico
http://punto-informatico.it/3495300/PI/News/uk-filtri-prevenire-porno.aspx